sabato 18 luglio 2015

Biodiversità

Fa caldo, da parecchi giorni.
Non solo per il clima, ma per le parole e le notizie, per le immagini e i gesti.
Fa caldo perchè c'è crisi e la gente è incazzata, basta un nulla, una scintilla e scoppia l'incendio.
Allora prendono fuoco alloggi e rifiuti di fronte a questi, con altri che soffiano. Forte.
E' populista  dare addosso ai migranti, come è populista dare addosso agli sfortunati di casa nostra accusandoli di razzismo.
Troppo semplice.
Il fuoco del problema va spostato: da sempre il debole o il diverso è bersaglio ideale per altri, meno deboli e meno diversi, per sfogare rabbia o frustrazione. Chi non pensa, per limiti o per rabbia, parla o agisce: di pancia. Trova altri e con loro attacca, non un altro branco, ma il debole o i deboli. Meglio se isolati.
Chi mi conosce sa che parlo per esperienza diretta: il debole e il diverso (dal migrante, al gay. dal disabile al malato) è visto come una figura da evitare, perchè fa paura pensare di poter diventare disabili o malati, o da attaccare perchè ti fa sentire un po' meno sfortunato.
Continua  a fare caldo.

2 commenti:

  1. Fa caldo, tra una manata sulla fronte e l'altra per impedire al sudore di oscurarmi la vista rifletto sulle tue parole. Fa caldo. Forse l'evoluzione della specie non si sta manifestando in perfetta sincronia. La capacità tecnologica e la specializzazione sono fenomeni che corrono veloci, la parte di umanità che dovrebbe seguire il passo è in realtà più lenta. Per certi versi non siamo molto diversi dal primo uomo che timidamente raggiungeva la posizione eretta in una savana immensa e piena di pericoli. Continua a fare caldo.

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  2. Dovremmo essere diversi dopo qualche migliaio di anni...

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